lunedì 14 maggio 2012

Recensione Fumetto: Sacro Terrore

Copertina dell'edizione Italiana di Sacro Terrore di Frank Miller
di Frank Miller
edito in Italia da Bao Publishing

UN PO' DI STORIA

Questa recensione sarà leggermente anomala, perchè ho scelto di farla a caldo, dopo una sola lettura dell'opera perchè le sensazioni della prima lettura sono sempre le più oneste e lucide. Cercherò dunque di mettere un po' d'ordine e soprattutto un minimo di obiettività nell'ultima fatica del maestro Frank Miller: Sacro Terrore.


Le prime notizie che lessi durante gli ultimi mesi del 2011 riguardanti Sacro Terrore non furono per niente rassicuranti: i fan di Miller e i lettori di fumetti in generale si scatenarono su tutta la rete per boicottare l'opera, accusandola pesantemente di razzismo e rinnegando tutta la vita artistica dello stesso autore. Ma da quando censurare un'opera o tentare di boicottarla danneggia o solamente altera il giudizio delle menti pensanti? Fatto sta che fin da subito mi sono ripromesso di comprarla appena sarebbe uscita in Italia, per due semplici motivi: adoro, amo, idolatro l'arte narrativa di Frank Miller, e sono maledettamente curioso!

Quindi quando venerdì sono andato nella mia fumetteria di fiducia e sullo scaffale ho visto il volume, cartonato, formato orizzontale, ben curato, l'ho aperto e sono rimasto senza fiato: Miller si è riuscito a superarsi graficamente reinterpretando e ampliando il bianco e nero netto ammirato nella serie di Sin City, sporcandolo, incattivendolo e raffinandolo allo stesso tempo, utilizzando anche qualche sporadico colore.
Queste sono appena le prime impressioni. 
Mi sa che mi dilungherò più del dovuto.

TRAMA IN BREVE
Originariamente nato come soggetto per una storia di Batman poi respinta in blocco dalla DC, Sacro Terrore è ambientato a Empire City, su cui primeggia una enorme statua della giustizia. Una serie di attentati terroristici di matrice Islamica sveglia la città dal sonno, Fixer e la Gatta (appunto, Batman e Cat Woman) sono gli unici che possono e che vogliono fermare i cattivi. E lo fanno. Questa è la trama, un concentrato di odio e rancore per una ferita ancora aperta come quella causata dall'attentato alle Twin Towers dell'11 settembre 2001.

APPROFONDIMENTI    -RISCHIO DI SPOILERAGGIO-

Dico in partenza che il libro mi è piaciuto; come già detto amo lo stile narrativo e grafico di miller, o forse amo la loro fusione.
E le accuse di razzismo? 
Ci sono forti, fortissimi elementi messi lì a mo' di disprezzo verso l'Islam: basti pensare che le prime due pagine ospitano una frase attribuita (penso senza fondamento) a Maometto, "Se incontri l'infedele, uccidilo". Viene fatto un quadro quasi assolutista delle popolazioni degli stati arabi, pieno zeppo di luoghi comuni. Ora non starò a entrare molto nel dettaglio, ma, uno tra tutti, Vi chiamate tutti come il vostro profeta.
Come ho letto su una recensione più seria della mia, sembra proprio che Miller abbia scritto e disegnato quest'opera proprio con l'intento di attirare su di sè le suddette accuse.

Dall'altro lato però, si vede benissimo che c'è una forte, fortissima critica alla macchina governativa degli Stati Uniti d'America. Una cosa che mi ha divertito molto nel vederla, è che sulle auto della polizia c'era, anzichè la scritta Police, la scritta Cops (Sbirri). Politici e poliziotti sono corrotti, alcuni americani lavorano per i terroristi in cambio di alte somme di denaro, la base dei terroristi si trova giusto sotto la città. Tutto ciò porta forse a leggere in modo differente tutta l'opera.

Quando sopra ho scritto "Una serie di attentati terroristici di matrice Islamica sveglia la città dal sonno" non l'ho scritto a caso. Forse Miller ci vuole dire di svegliarsi, di finirla con l'illusione di vivere in stati pacifici: siamo in guerra, punto, il male sta da entrambi i lati, i terroristi uccidono e lo Stato è complice attivo dell'uccisione di migliaia di innocenti, e i potenti comandano i più deboli da entrambe la parti; e Fixer sta nel mezzo, schiarato solo dalla parte della propria gente. 

Che il messaggio sia stato lanciato in modo forse troppo brusco e esagerato è indubbio. La ferita brucia, è ancora aperta, e sangue e veleno sgorgano fuori ancora a fiumi. La rabbia non si canalizza sul nemico, non si focalizza più sui singoli bersagli, annienta tutto ciò che è vivo nel raggio di chilometri. 

Spero che le mie parole non siano fraintese; non sono nè a favore delle guerre nè contro alcuna religione o etnia. Non giustifico la spudorata propaganda di Miller, però forse la comprendo. 

Quante volte si sente dire qui da noi che "i romeni sono ladri", oppure che "i siciliani sono mafiosi"; a tutti succede in certi momenti di fare di tutta l'erba un fascio, nessuno escluso, e più è grande la rabbia verso anche un solo filo d'erba, più forte la nostra falce vorrebbe abbattersi su tutto il campo. 

Nessuno escluso. 

Godetevi questi capolavori.





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